Omaggio a Jean-Marie Finot

Architetto navale visionario, Jean-Marie Finot aveva un occhio unico e scientifico per le linee, una rara intelligenza per gli scafi e un’attenzione ai dettagli che ha lasciato il segno nel mondo della vela.

Dagli anni ‘70, la sua collaborazione con la nostra azienda ha dato vita a 61 dei modelli più emblematici del marchio. Dal First Class 8 al First 210, senza dimenticare il Figaro Bénéteau 1, il successo ineguagliato del First 31.7 e numerosi Oceanis, ha contribuito a scrivere la storia di BENETEAU.

Annette Roux, allora dirigente e oggi membro del Consiglio di Amministrazione di Groupe Beneteau, ricorda:

“Jean-Marie lavorava a stretto contatto con mio fratello André e con François Chalain. Sempre alla ricerca della performance, era quasi scontato che che gli venisse affidata la gamma First, soprattutto le barche più piccole, che sono le più difficili da realizzare, tra cui l’eccezionale First 210!”. 

 

Ma Jean-Marie Finot ha fatto molto di più che disegnare barche: ha dato il via a una rivoluzione nel modo di concepirle, introducendo la progettazione assistita dal computer (CAD) e trasformando con audacia le pratiche consolidate.

“Fu il primo a presentarci dei disegni generati al computer. All’epoca, ogni barca progettata da André padre o André figlio veniva disegnata sul tavolo da disegno con piombini e righelli”. 

“Immaginate lo stupore di André Bénéteau padre quando vide arrivare questo giovane architetto, con i sandali senza calzini d’inverno, e la sua incredulità di fronte alle linee tracciate non a mano, ma al computer... Posso assicurarvi che è stato Jean-Marie a portare questa rivoluzione nel cantiere Bénéteau di allora”. 

 

Oggi, migliaia di BENETEAU a firma Finot solcano i mari di tutto il mondo.

 

Vogliamo esprimere il nostro affetto più sincero alla moglie Marie-Claude, ai figli e a tutta la famiglia.

Ma anche a Pascal Conq, suo partner di lunga data, e a tutto lo staff dello studio Finot-Conq Architectes, che continua a mantenere gli alti standard e l’eredità di Jean-Marie Finot.

Umilmente, grazie, Monsieur Finot.

 

 

 

 

© Guy Levèque

Pubblicato su 15.04.2025